I dati dell’audience televisiva della MotoGP di Assen crollano in Italia registrando un tonfo pesantissimo, mai accusato in precedenza. Questi i numeri del fallimento: Assen 2010 MotoGP: 2.579.000, 16,79% di share. Nel 2009: 5.249.00, 31,69% di share; la debacle investe anche la 125 e la Moto 2 rispetto alla 250.
Sono dati che in qualsiasi azienda (anche in politica) porterebbero alle immediate dimissioni della dirigenza. In sole tre gare e in soli venti giorni, il castello di carta costruito dalla Dorna e sostenuta da molti media (a cominciare da che in Italia gestisce i diritti tv) č miseramente crollato.
Chi ha sostenuto ottusamente il contrario č stato inequivocabilmente smentito dai fatti e dai numeri. Se tutto viene costruito e alimentato su un “anello” unico, tralasciando le altre “maglie”, mancando quell’anello, la catena salta, fermando il mezzo. Nello sport il “fenomeno” č fondamentale. Ancora di piů lo č l’eroe e l’antieroe. Ma non č vero che una “stella” da sola anima il firmamento. Se si spegne il Sole, la Terra muore.
In questi anni la miopia della gestione del motomondiale ha portato al suicidio un campionato storico, di straordinaria bellezza ed efficacia sotto il profilo tecnico, tecnologico, agonistico, industriale e commerciale.
Gli unici punti positivi (a dire il vero di importanza rilevante) di questa gestione, sono venuti dalla copertura televisiva (davvero internazionale e tecnicamente di altissimo livello) e dall’impegno sulla sicurezza (anche se a scapito della bellezza dei tracciati e dall’abbassamento qualitativo dei circuiti, ridotti a serpentine anonime, quasi da go kart).
La griglia con 15 partenti ha spento la MotoGP. La Moto 2 si č giŕ sgonfiata. La 125 č stata dissanguata.
Ora, il trend negativo proseguirŕ e la risalita della “curva” dell’audiance al rientro di Valentino Rossi sarŕ solo un palliativo. Anzi, peggio, ci si aggrapperŕ illusoriamente a quel filo, tirando un sospirone, come a uno scampato pericolo. E invece poi la crisi entrerŕ in un vicolo cieco.
Un’ultima domanda: perché Assen fa comunque il pieno e in Italia milioni di … “appassionati” fuggono dalla tv?
Perché in Olanda e altrove la passione č sempre stata costruita sul motociclismo in quanto tale, non sull’immagine effimera: bensě sulle corse e su tutti i suoi protagonisti, diversi, ovviamente, col cambiare degli anni.
Nel Belpaese, e il malvezzo va oltre il motociclismo (vedi i dati legati al mondiale di calcio dopo il ko degli azzurri), si punta solo sull’involucro di cartapesta, sul “personaggio”, spremendolo come un limone.
Quando il limone non dŕ piů neppure una goccia (euro), lo si getta e si spegne la tv. E si passa al … rugby, cercando di innescare lo stesso meccanismo.
Il motociclismo, le ferite se le dovrŕ poi leccare da solo. E gli appassionati, gabbati, si addormenteranno sul divano.
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